CHI KUNG: PARLA IL MAESTRO GIOVANNI FERRARI

Il Maestro Giovanni Ferrari, dal 1984 praticante dello stile Lenhua Cientao, ci parla della sua esperienza trentennale di Chi Kung (leggi l’articolo introduttivo qui).

Come definisci il chi kung in poche parole?

Il chi kung può essere definito come un’importante pratica per completare e comprendere meglio le arti marziali. Non è una disciplina a sè ma è un modo per raggiungere una formazione ed una conoscenza globale.

Perché hai iniziato a praticarlo? Cosa è per te il Chi Kung?

Ho iniziato a praticare Chi Kung un po’ per curiosità, dato che può essere visto come una sorta di potenziamento delle arti marziali tradizionali. Inoltre, mi fu consigliato dal mio Maestro e da alcuni allievi più anziani della Lenhua Cientao (a quei tempi ero molto giovane). Fiducioso nei confronti del mio Maestro, ho deciso di intraprendere questo percorso di crescita. Io lo vedo come una fonte di inesauribile energia in continua evoluzione. È la base di partenza per intraprendere un percorso personale di riflessione, per conoscere meglio noi stessi, i nostri limiti e le nostre potenzialità. Ogni praticante, infatti, ha una propria esperiemza evolutiva, molto diversa da quella degli altri.

Non ti spaventa l’idea che, durante la pratica, qualcosa possa andare storto?

Sicuramente non è una pratica da affrontare alla leggera, ma questo è un discorso che si può estendere a tutte le arti marziali in genere. Se si hanno le giuste basi e usiamo il buon senso, dubito che qualcosa possa andare storto. Per esempio, chi si metterebbe a nuotare con la febbre? A me non è mai capitato nulla di negativo in tutti questi anni di pratica. Bisogna sempre usare la testa e rimanere lucidi. Agire con razionalità e non lasciarsi trasportare dalle emozioni.  

Come si può vedere dalla foto, tu effettui il piegamento di lance. Cosa provi prima, durante e dopo il piegamento? Negli anni la sensazione provata è sempre la stessa o cambia?

È difficile dire cosa si prova perché sono contento di quel che faccio, sinceramente non ci ho mai fatto caso. Per me, ormai, è come guidare l’auto: si fa e basta. Alla fine, però, provo una grande soddisfazione per avere scampato di nuovo il pericolo. Con il passare del tempo è cambiata la consapevolezza della pericolosità dell’esercizio (visto anche l’incidente che è successo al Maestro Weelian durante la pratica) in gioventù lo facevo e basta, ora ho la certezza che non si tratta di un gioco ma che potrebbe avere pericolose conseguenze se fatto alla leggera.

Che benefici riscontri nel praticarlo?

Come detto prima, per me il Chi Kung è una fonte inesauribile di energia. Oltre a questo, è difficile dare una spiegazione in quanto il chi (energia del cosmo presente ovunque) è la scintilla della vita e di conseguenza non può che essere in continua evoluzione, invisibile ma onnipresente. Esperienze e sensazioni variano con la pratica e mutano con l’età. Sono soggettive, se chiedete a più praticanti, ognuno vi descriverà sensazioni ed esperienze differenti.

Un insegnante esperto e affidabile è la prima e fondamentale regola (ci sono tante persone poco affidabili e con pochissima esperienza che si spacciano per professionisti, fate attenzione). È sufficiente poi la buona volontà e la forza di essere costanti nella pratica (detto ciò non significa che si possa provare a casa). È un lungo percorso e non tutti riescono a perseguire lo scopo, nella nostra Associazione (e in tutta Italia) siamo in pochi a praticare determinate forme. 

Il Maestro Giovanni Ferrari effettua il piegamento delle lance alla gola (esercizio di Chi Kung).